la prima linea

Progetto "David Cinema Giovani"

Elaborato vincente

 
Dovendo esprimermi sull’esperienza che mi ha visto partecipe del Progetto Cinema, svoltosi da novembre 2009 a marzo 2010, ho deciso di soffermarmi su un film che mi ha particolarmente colpito e impressionato: “La Prima Linea” del regista Renato De Maria.
La trama del film si basa sul racconto che il protagonista, in carcere a Torino, fa di alcuni anni della propria vita. 
E' la storia di Sergio Segio, uno dei fondatori, a metà degli anni settanta, del gruppo armato "Prima linea", convinto che l'uso della violenza fosse una scelta necessaria nel nome di una "rivoluzione". Sergio ricorda i giorni del suo arresto, e prima ancora ricorda un giorno particolare, il 3 gennaio 1982, quando decise, insieme ad un gruppo di militanti di far evadere dal carcere di Rovigo quattro detenute, tra le quali Susanna Ronconi, la donna amata e con cui ha condiviso idee, scelte politiche e tragici errori. Mentre scorre la giornata dell'evasione, Sergio rivede i momenti più importanti della sua vita.
Il racconto è accompagnato da vere immagini di repertorio che mostrano, tra le altre, la strage di Piazza Fontana e i resti del treno Italicus dilaniato da un ordigno esplosivo. Durante questa prima parte Sergio giustifica la nascita dei gruppi terroristici come risposta alle Stragi di Stato, ma fa anche una certa autocritica per i metodi adottati, cioè ferimenti e omicidi, per inseguire il sogno di un mondo migliore in cui non ci fossero più sfruttatori e sfruttati. Inoltre ammette la visione distorta che essi avevano della realtà sociale, economica e politica dell'Italia del tempo. La scena seguente mostra poi Sergio e gli ultimi rimasti dell'organizzazione che, il 3 Gennaio 1982, dalla base che avevano stabilito a Venezia, partono verso Rovigo intenzionati a fare evadere Susanna Ronconi e altre tre detenute dal carcere della città. Da qui in poi il film è un continuo alternarsi tra le immagini del viaggio verso Rovigo, e i ricordi di Sergio riguardanti la sua militanza. Durante questi flashback vengono mostrate alcune azioni del gruppo come la rapina ad un'armeria e la "gambizzazione" di un dirigente di fabbrica colpevole di aver messo in mezzo a una strada diversi operai. Inoltre largo spazio viene dato all'incontro tra Sergio e Susanna Ronconi a Milano, in occasione di una riunione dell'organizzazione. Tra lei e Sergio nasce una relazione intensa. Sergio si trasferisce a Napoli e continua la sua attività nell’organizzazione di Prima Linea, cercando di coinvolgere gli operai della zona. Nel frattempo la spirale della violenza si fa sempre più vorticosa, e porta a due episodi che segneranno profondamente Sergio e gli faranno prendere la decisione di lasciare la lotta armata: l'uccisione a sangue freddo di un magistrato che stava indagando su di loro, e l'agguato ad un ex compagno, Willy che, torchiato dalla polizia, aveva parlato. Prima delle due azioni Sergio ritorna a Sesto San Giovanni, sua città d'origine, per rivedere i genitori e incontra l'ex compagno di militanza e amico Piero, uscito dal giro dei movimenti, che tenta in tutti i modi, ma inutilmente, di dissuadere Sergio dal compiere altri atti terroristici. Dopo l'uccisione di Willy inizia la disgregazione del gruppo. Molti militanti vengono arrestati e collaborano con la giustizia, Susanna viene arrestata e anche Sergio decide di uscire dall'organizzazione, ma non prima di avere liberato i compagni in carcere. L'ultima parte del film mostra la scena dell'evasione di Susanna e di altre tre compagne dal carcere di Padova ad opera di Sergio e del suo nucleo armato. Nel finale la voce fuori campo di Sergio racconta i tristi eventi seguiti all'evasione: il nuovo arresto di Susanna e l'arresto dello stesso Sergio, entrambi nel 1982.
In questo film viene proposto una ricostruzione di una pagina tragica della storia italiana, quella dello stragismo degli anni Settanta, della lotta armata più cieca e insensata. Sono molto giovane e quindi questi avvenimenti non li ho vissuti direttamente ed è proprio per questo che devo essere grato a questo film perché mi ha dato la possibilità di conoscere una difficile e dolorosa parte della nostra storia contemporanea.
Il film mi ha profondamente scosso per la crudezza di certe scene e per il suo contenuto. Quello che più mi ha sconcertato è sapere che tutto quello raccontato è storia vera, sapere che realmente dei ragazzi decidevano del destino di altri uomini e, freddamente, ne diventavano gli esecutori.
Ma il credere fortemente in un ideale può giustificare tutto questo? Penso proprio di no: in una società civile il ricorso alla violenza e alle armi é da bandire in assoluto.
Dal film risulta molto evidente questa circostanza inquietante: come giovani intelligenti e volenterosi possano, a volte, intraprendere percorsi completamente sbagliati. Sergio e compagni fanno cose atroci con la convinzione che sia un male necessario, talmente prigionieri di un ideale, da perdere completamente il contatto con la realtà, in una sorta di follia lucida, di un autoconvincimento quasi impossibile da scacciar via.
Penso che in maniera più o meno implicita questo sia il vero messaggio che traggo dal film: creare nello spettatore un momento di profonda riflessione e da ciò generare un forte dissenso, non verso un’ideologia, bensì verso la violenza, verso una crudele e cinica mancanza di rispetto della vita umana.
E’ un film che scuote gli animi, probabilmente genererà polemiche e discussioni, ma questo non lo considererei un effetto negativo ma costruttivo e di arricchimento interiore.
Francesco Scirpoli

Con tale elaborato Scirpoli è stato premiato per il miglior componimento cittadino. Per le foto della premiazione

 

SCIRPOLI FRANCESCO

CLASSE V A

I.T.A.S. “M. DI SANGRO”

SAN SEVERO (FG)

 

 

 

Data Articolo: 
Sabato, Maggio 15, 2010 - 22:45
Categorie: 

© 2004 2021 - Casa dello Studente Michele Di Sangro - Via Guadone Località Perretti, 71016 San Severo (FG), tel. e fax 0882.331507

convitto-micheledisangro.net